Camzyos a base di Mavacamten, un inibitore della miosina cardiaca, nel trattamento della cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva sintomatica


La Commissione Europea ( CE ) ha approvato Camzyos, il cui principio attivo è Mavacamten ( capsule da 2,5 mg, 5 mg, 10 mg, 15 mg ) per il trattamento della cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva ( HCM ) sintomatica ( NYHA, classe II-III ) nei pazienti adulti.

Mavacamten è il primo e unico inibitore allosterico e selettivo, reversibile, per la miosina cardiaca approvato nell'Unione Europea. Mavacamten inibisce la miosina-ATPasi cardiaca e riduce la formazione dei ponti tra actina e miosina a livello del sarcomero. Poiché l’aumentata interazione tra miosina e actina sarcomeriche rappresenta un meccanismo fisiopatologico primario nella cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva.

L'approvazione di Camzyos si basa sui risultati di efficacia e sicurezza ottenuti da due studi di fase 3, EXPLORER-HCM e VALOR-HCM.

La cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva sintomatica è una malattia cardiaca spesso ereditaria che può essere una condizione cronica, debilitante e progressiva, in cui i pazienti possono manifestare sintomi di mancanza di respiro, vertigini e affaticamento, oltre a complicazioni gravi e letali, tra cui insufficienza cardiaca, aritmie, ictus e, in rari casi ( circa l'1% ) morte cardiaca improvvisa.

La cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva causa un aumento dello spessore delle pareti del ventricolo sinistro del cuore. È caratterizzata da più componenti: l’ostruzione, cioè l’ostacolo all’uscita del sangue dal ventricolo sinistro, l’anomalia del rilasciamento, cioè la disfunzione diastolica e lo scompenso che ne può derivare, e l’alterata funzione della valvola mitrale. Vi è poi un secondo aspetto rappresentato dalle alterazioni dell’attività elettrica del cuore che deriva dalle cicatrici fibrotiche del miocardio, dall’alterata ossigenazione ( ischemia ) e da aritmie di vario tipo come la fibrillazione atriale. Nelle forme più gravi esiste il rischio di arresto cardiaco.
Pur essendo una patologia rara, la cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva rientra tra le prime tre cause di morte improvvisa giovanile tra gli atleti. Le aritmie ventricolari pericolose per la vita possono verificarsi in persone giovani e negli atleti, senza essere precedute da sintomi premonitori. La malattia, infatti, può essere del tutto asintomatica, oppure presentare sintomi transitori come dispnea, affaticamento, perdita di coscienza. Gli esami previsti, soprattutto l’elettrocardiogramma, permettono di identificarla e di distinguerla da altre condizioni come il cosiddetto cuore d’atleta.

La cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva è la malattia genetica familiare cardiaca più frequente, infatti in circa il 50-60% dei casi è geneticamente determinata. Questo permette di spostare l’attenzione dal paziente ai membri della famiglia consentendo diagnosi precoci ed approcci preventivi.
L’identificazione della patologia ed il riscontro di mutazioni genetiche in un paziente determina l’avvio di programmi di screening anche nei familiari, con vari accertamenti come l’elettrocardiogramma, l’ecocardiogramma, in casi selezionati la risonanza magnetica cardiaca ed il test genetico.
All’interno della famiglia, vi possono essere individui apparentemente sani, i cosiddetti genotipo positivi, cioè portatori della mutazione, ma con fenotipo negativo, cioè non-affetti da evidenti variazioni dell’elettrocardiogramma ed ecocardiogramma. Queste persone devono essere sottoposte a controlli più ravvicinati, tesi ad evidenziare se nel tempo si manifesti lo sviluppo della malattia.

La chirurgia è consigliata solo per le forme ostruttive gravi, non controllate dalla terapia farmacologica, e implica il ricovero in Centri di eccellenza, perché è un intervento relativamente infrequente che richiede specifica esperienza e perizia.
La maggior parte dei casi richiede una terapia farmacologica, che fino a oggi è stata costituita da betabloccanti, calcioantagonisti e Disopiramide.

Si stima siano oltre 100mila le persone colpite da cardiomiopatia ipertrofica in Italia. Di queste, però, solo circa 15mila hanno probabilmente ricevuto una diagnosi corretta.

Nello studio EXPLORER-HCM, che ha coinvolto 251 pazienti con cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva sintomatica, il 65% ha evidenziato il miglioramento di almeno una classe funzionale, cioè dei parametri utilizzati per quantificare i sintomi, la condizione fisica, la funzione sociale e la qualità di vita.
Lo studio VALOR-HCM ha evidenziato che l’aggiunta di Mavacamten riduce significativamente il bisogno di procedure invasive: al termine dello studio, l’82% dei pazienti trattati ( inizialmente destinati alla chirurgia ) non aveva più tale indicazione. ( Xagena_2023 )

Fonte: BMS, 2023

Xagena_Medicina_2023